Alla scoperta di Roma: visita guidata all’Aventino
La visita guidata all’Aventino è la mia prima passeggiata dedicata a Roma per approfondire la conoscenza della capitale, delle sue meraviglie e dei suoi quartieri attraverso occhi esperti. Negli anni ho visitato le maggiori attrazioni della città, fra cui il Colosseo e i Fori Imperiali, i più importanti musei e chiese, il centro storico con i luoghi imperdibili, ma ho deciso di riservare parte del mio tempo migliore per fare degli itinerari di gruppo per scoprire zone che conosco meno.
Ho scelto così la visita guidata “Romantico Aventino” dell’Associazione Culturale Calipso che organizza “visite guidate, passeggiate culturali, corsi, gite, vacanze all’insegna della cultura e della buona compagnia” e che diffonde la conoscenza di Roma rivolgendosi soprattutto ai romani. Avevo fatto con loro una visita online durante la pandemia e finalmente ora di persona. Le visite di gruppo mi piacciono poiché fra domande e osservazioni, possono nascere nuovi punti di vista e curiosità.
L’Aventino, attualmente un tranquillo quartiere cittadino, è uno dei sette colli di Roma, dove risiedono luoghi di grande fascino artistico e storico. Si raggiunge facilmente con la metropolitana linea B fermata Circo Massimo. Un tempo era chiamato Mons Murcius poiché ricoperto da piante di mirto, il momento in cui fu abitato si perde nella storia antica e nella tradizione, così come l’origine del suo nome che segue diverse ipotesi. Si trovano qui le più antiche chiese romane ognuna delle quali meriterebbe un articolo per il valore e i tesori in esse custodite, ma ora cercherò di descrivervi gli aneddoti e i particolari più salienti e che mi hanno maggiormente colpito in questa visita guidata all’Aventino.
Ci siamo ritrovati davanti alla Chiesa di Santa Prisca e qui la nostra relatrice Anna Maria ci ha fatto un dettagliato racconto storico misto a tradizione sul ruolo del colle Aventino nella fondazione di Roma e sulle vicende qui avventure in epoca imperiale, per farci comprendere la sua attuale configurazione e inquadrare nel tempo la costruzione dei suoi edifici e chiese. Ci ha parlato dei Santi al quale sono dedicate, sottolineando alcune incongruità fra il racconto tradizionale e i fatti storici legati alle loro vite.
Chiesa di Santa Prisca all’Aventino
La Chiesa di Santa Prisca è stata costruita tra il IV e il V secolo e nel tempo più volte rimaneggiata. Abbiamo potuto ammirare solo la facciata esterna restaurata nel 1600, realizzata da Carlo Lombardi in mattoncini e travertino, presenta elementi aggettanti fra cui timpano, lesene e il portale centrale. Interessante è la storia della Santa. Anna Maria ci racconta infatti che Prisca era una giovinetta cristiana che abitava sull’Aventino e che durante l’editto di Claudio, con la cacciata degli ebrei, fu arrestata e condannata al martirio. Secondo la leggenda aurea, Prisca doveva esser data in pasto ai leoni, ma le belve si inchinarono a lei e quindi fu decapitata. Scene di questo racconto e del trasporto qui delle sue reliquie, si trovano in un ciclo di affreschi all’interno. La nostra guida, a questo punto, ci spiega che secondo un’antica legge i cittadini romani, avevano molti privilegi fra cui quello di avere una “morte nobile”: la decapitazione, quindi il suo martirio non sarebbe potuto avvenire in altro modo. Ci segnala inoltre che, all’interno, la chiesa custodisce un fonte battesimale ricavato da un capitello romano e che di fianco alla chiesa c’è un Mitreo costituito utilizzando ambienti appartenuti ad una domus del I secolo.
Chiesa di Santa Sabina all’Aventino
Ci spostiamo verso la Chiesa di Santa Sabina, basilica paleocristiana riportata al suo aspetto medievale nella prima metà del Novecento, eliminando sovrastrutture barocche aggiunte nel corso degli anni. Anche qui non poteva mancare un racconto dedicato alla Santa a cui è consacrata e alla sua fondazione, che secondo la tradizione è precedente al V secolo. Ecco inoltre alcuni dei particolari più interessanti che ci vengono fatti notare entrando in chiesa:
- le grandi finestre che inondano di luce la navata centrale,
- il mosaico di dedica alla Basilica, posto in contrapposizione all’altare in cui si trova un’iscrizione in oro su fondo blu con ai lati due figure femminili che rappresentano la Chiesa di Gerusalemme (Antico Testamento) e la Chiesa di Roma (Nuovo Testamento);
- la schola cantorum ricostruita con pezzi originali del IX secolo;
- la pietra del Diavolo, al quale è legata la leggenda di San Domenico di Guzman. Agli inizi del 1200 fu concessa a San Domenico, fondatore dell’ordine dei Domenicani, la chiesa e parte del palazzo. Secondo la leggenda il diavolo mal sopportava la devozione del Santo che pregava proprio qui, presso la tomba di alcuni martiri e scagliò contro di lui questa pietra che non colpì il santo ma infranse la lapide del sepolcro. La pietra di colore nero, liscia e con tre buchi è posta su una colonnina accanto all’ingresso.
Sempre alla figura di San Domenico, è legata un’altra leggenda in Santa Sabina, quella dell’albero di arancio posto nel chiostro del convento, visibile da un foro nel muro che possiamo trovare spostandoci nell’atrio davanti all’ingresso principale. L’albero, protetto da un muretto, è considerato miracoloso poiché, anche dopo secoli, produce frutto e nuove piante. Nell’atrio merita attenzione il portale ligneo del V secolo fatto di 18 pannelli con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. In uno viene rappresentata la più antica raffigurazione plastica della Crocefissione con i due ladroni.
Il Giardino degli Aranci dell’Aventino
All’uscita dalla Chiesa di Santa Sabina, ci spostiamo al Giardino degli Aranci, il cui ingresso è situato nella stessa piazza. Qui sorse tra il 1200 e il 1300, la rocca fortificata dei Savelli. Tratti di antiche mura perimetrali risalgono a prima dell’anno 1000, quando il Principe Ottone III venne a Roma per veder sorgere il nuovo millennio. L’attuale giardino fu realizzato nel 1932 da Raffaele de Vico: una splendida terrazza con vista verso il Gianicolo e il Tevere, con prospettive molto romantiche specialmente al tramonto. Vi sono piante di aranci amari, secondo la leggenda, legate all’albero di San Domenico.
Chiesa di Sant’Alessio all’Aventino
Proseguiamo il nostro percorso verso la Chiesa di Sant’Alessio e prima ancora al suo attiguo giardino, anch’esso un bel terrazzo con vista su Roma, con aranci, pini ed essenze mediterranee, da notare la piccola fontana proveniente dal cortile del secentesco palazzo Rusticucci.
La Chiesa di Sant’Alessio fu costruita nel III o IV secolo nel luogo dove, secondo la tradizione, era collocata l’antica domus di proprietà della famiglia del Santo. Nei secoli ha subito diverse modifiche e restauri e ampliamenti, la facciata neo cinquecentesca rielaborata dal De Marchis, è preceduta da un portico medievale a cinque arcate, al piano superiore cinque finestre alternate da lesene con capitelli corinzi, sopra il quale corre una balaustra con vasi marmorei. In posizione più arretrata si vedono il timpano della chiesa e la duecentesca torre campanaria a cinque ordini su cui si aprono doppie bifore.
Al momento della nostra visita, purtroppo per noi, in chiesa si stava celebrando un matrimonio, così siamo entrati solo per un breve momento ad ammirare la cappella barocca in fondo alla navata sinistra, dov’è custodita, in una teca di vetro e oro, la Scala Santa. Sotto questa scala, il santo avrebbe passato gli ultimi giorni della sua vita, dopo aver passato diciassette anni in Terra Santa. L’interno della chiesa avrebbe meritato più attenzione, ma conto di tornarci per osservarla meglio.
Piazza dei Cavalieri di Malta
Giungiamo quindi all’ultima tappa della nostra visita guidata all’Aventino, ovvero la piazza dei Cavalieri di Malta. Il complesso dell’Ordine dei Cavalieri di Malta sorse nel 939 come monastero benedettino e passato a metà sec. XII ai Templari, nel 1312, soppresso l’Ordine dei Templari, il convento passò in mano dei Cavalieri di Rodi che nel 1522 cambiarono il loro nome in Sovrano Ordine di Malta. L’aspetto attuale della piazza, circondata da mura con obelischi ed edicole con emblemi navali e religiosi, è opera di Giovan Battista Piranesi del 1765.
Su questa piazza troviamo il portale d’ingresso della Villa dei Cavalieri di Malta, dove si trova il famoso buco della serratura, dal quale grazie ad un gioco prospettico si vede la cupola di San Pietro molto più vicina di quanto sia in realtà. Preparatevi ad una bella fila per dare una sbirciatina. Secondo una delle leggende legate all’Aventino, tutto il colle sarebbe un’immensa nave simbolica sacra ai Cavalieri Templari, la cui prua sarebbe la parte meridionale che scende verso il Tevere tagliata a V, mentre la porta della Villa sarebbe il cassero di ingresso della nave. Molto ci sarebbe ancora da raccontare su simbolismi e leggende varie di questo luogo, dove infatti voglio tornare anche per visitare la Villa del Priorato di Malta.
Questa mia prima passeggiata in una zona nuova di Roma per me, mi ha confermato che non si finisce mai di scoprirla e che quasi ovunque ci sono luoghi dove è piacevolissimo camminare, osservare e sentirsi circondati di bellezza. A causa del cattivo tempo le foto non sono venute granché, ma mi rifarò. Voi avete fatto passeggiate o visite guidate in posti nuovi o insoliti? Vi piacciono le visite guidate o preferite girare da soli? Io con l’associazione Calipso ho trascorso un nuovo momento del mio tempo migliore.
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