Appunti del lunedì. Un’ondata di emozioni a Monterotondo
Questa settimana è stata molto intensa, come piace a me, non stop, stancante ma piena di vita, fatta di anche di momenti inaspettati e tutto si racchiude in questo titolo “Un’ondata di emozioni a Monterotondo”.
Monterotondo è la città dove abbiamo scelto di trasferirci io e mio marito una volta che abbiamo capito che la nostra vita lavorativa sarebbe stata a Roma. Ci è sembrata una cittadina adatta per la vita familiare che sognavamo, non una grande città ma che avesse servizi, scuole e verde, poi ho scoperto felicemente che è anche molto viva dal punto di vista culturale e associativo e ancora adesso sto imparando a conoscerla.
Sono stati anche giorni molto pieni lavorativamente, ho prodotto molti contenuti, ho scritto tantissimo e fatto molta progettazione, ho aperto questa nuova sezione sul blog grazie all’intensificarsi di appuntamenti e “cose belle” che riempiono la mia agenda e le mie giornate e mi ha dato un nuovo impulso per riprendere a scrivere articoli.
Nel fine settimana si sono concentrati alcuni eventi a cui ho preso parte qui a Monterotondo e che mi hanno regalato scoperta, emozioni e partecipazione.
Workshop “Che storia il mio nome”
Sabato mattina avevo programmato di partecipare al Workshop online “Che storia il mio nome” organizzato da Angelica Pellarini, Cantastorie e Arteterapeuta, Roberta Berno, Counselor e Cantastorie, Simona Martini, Comunicazione efficace e Scrittura creativa.
Avevo partecipato la settimana scorsa proprio ad un evento guidato da loro (di cui ho raccontato nell’articolo precedente) e sapevo quindi che sarebbe stato un momento che mi avrebbe arricchito, avevo bisogno di stare da sola e in un posto bello per godermi questa esperienza e così ho deciso di seguirlo passeggiando fra le strade del centro storico e al sole del parco della passeggiata.
Il workshop è iniziato chiedendoci quali sensazioni ci trasmettesse il nostro nome e cosa volevamo raccontare a questo proposito, abbiamo proseguito con l’ascolto di una fiaba. Che strumento straordinario sono le favole! Quanto di noi ci raccontano, quanto riescono ad essere rivelatrici di cose inaspettate! Lo avreste mai detto? Eppure grazie ad Angelica e Roberta ho scoperto questo mondo, questo strumento che può essere utilizzato in tanti modi e che può aprire a nuove conoscenze. Non vi dico di più perché sarebbe riduttivo e secondo me è un’esperienza da vivere e da provare, se siete curiosi guardate qui.
Ma non è tutto, tornando al nostro nome Simona ci ha invitato ad un’osservazione differente, abbiamo giocato con le parole, trovato significati e, anche se dall’aspetto leggero, questo “gioco” ha messo in luce per ognuna un aspetto diverso, magari personale, un’intuizione, qualità desiderate o sopite. Io mi sono portata a casa la gioia del momento e la consapevolezza che alcune mie caratteristiche che spesso sottovaluto, vengono fuori invece da tutte le parti e posso farci affidamento. Sono davvero grata per questa mattinata di condivisione, confronto e crescita.
Mostra “Fuochi nella notte” alla Grafica Campioli
Io e la mia curiosità per l’arte in tutte le sue forme, io e la mia voglia di partecipazione e conoscenza del territorio abbiamo deciso di partecipare al vernissage della mostra “Fuochi nella notte – I luoghi della socialità notturna tra centro e periferia urbana” di Paulette Du presso la Grafica Campioli con la collaborazione di Progetto Terre e Folias Cooperativa Sociale.
La Grafica Campioli è una galleria d’arte gestita da Emilio Anselmi e Anna Chiara Anselmi nel cuore del centro storico di Monterotondo, attiva, ho scoperto, da ben 43 anni dove si sono susseguiti eventi culturali di vario genere fra cui mostre d’arte, presentazioni di libri, concorsi di poesia, intrattenimenti musicali. E ancora nuovo per questo luogo così attivo, è il genere di questa mostra “Rock Poster Art” di Paulette Du aka Black Guitarra artista, cantante e chitarrista della garage-punk band Plutonium Baby.
Mi accoglie un’esplosione di colori, alle pareti le opere di Paulette Du che, come ci spiega lei stessa durante la presentazione, sono in gran parte copertine e locandine di concerti del suo gruppo o di eventi e manifestazioni musicali. La musica ha nella sua arte un ruolo fondamentale, come anche in quella di Davide Ranni, ospite speciale di cui sono esposte alcune sculture realizzate con materiali di recupero.
La presentazione degli artisti e della mostra è stata condotta dal presidente della Cooperativa Sociale Folias che ci ha parlato del significato del titolo della mostra, del pop che è stato innovazione per i giovani e di questo fuoco delle opere: colore, passione, vita e morte.
Emozionanti e delicate (o almeno a me sono giunte così) le parole di Annachiara Anselmi del Progetto Terre nel raccontare questa mostra, un pezzetto di storia della Grafica Campioli vissuto anche come punto di riferimento per la città e l’amore per il centro storico.
La mostra si terrà fino all’otto aprile, mentre sabato 1 aprile potremo ascoltare la band Plutonium Baby e molto altro in una speciale serata organizzata presso Il Cantiere, luogo importante di aggregazione giovanile della città. Io spero di riuscire a partecipare!
Mostra fotografica “Cicatrici – quando la nascita lascia un segno” a Il Melograno Monterotondo
Sempre al centro storico di Monterotondo ha sede un’altra realtà associativa molto viva e che ho conosciuto un po’ di anni fa, quando aspettavo mio figlio, “Il Melograno Centro Informazione Maternità e Nascita”. Stavolta ci sono tornata per la mostra “Cicatrici – quando la nascita lascia un segno” di Vera Sparatore. L’inaugurazione è stata pensata come evento per dare voce a temi molto profondi: l’esperienza del parto, la società della cura, cicatrici che restano sulla pelle o nell’anima o in tutt’e due.
Le foto sono sistemate lungo la parete del grande salone: “Cicatrici – quando la nascita lascia un segno. Un punto di vista straordinariamente inusuale per narrare l’esperienza del parto: le cicatrici del parto cesareo” come scrive l’autrice delle foto Vera Sparatore, attivista femminista e fotografa. Ed infatti le sue foto ritraggono appunto le cicatrici del cesareo di alcune donne che grazie a questo progetto si sono incontrate e confrontate.
Le foto di Vera hanno dato il via ad un discorso più ampio. Patrizia Porcina, presidente de Il Melograno, nonché psicologa perinatale e psicoterapeuta, ha fatto un toccante e sapiente intervento sulla società della cura, sui significati della parola CURA, su come viene usata e percepita, in quali contesti, fino ad arrivare a termini come empatia e compassione, imprescindibili se si parla di cura. Sono state parole che mi hanno travolta e tenuta incollata alla sedia, così come quelle del monologo interpretato e scritto sempre da Vera “Toccami piano”: una donna che sta per partorire, che si aspetta un momento bello, la gioia di un figlio che sta per nascere, ma qualcosa non va come immaginava, passano le ore, le visite, i mille pensieri, la paura, il taglio, la ferita che solo dopo anni viene rielaborata e riconosciuta.
Le emozioni si sono amplificate grazie ad alcuni momenti musicali di voci e chitarra, sono seguiti gli interventi delle ostetriche dell’associazione Selene e di due associazioni che di occupano di ricerca e diritti all’assistenza al parto anche da un punto di vista legale.
Non mi aspettavo un momento così intenso, che mi ha lasciata pensosa. Gli eventi dedicati alle donne, sono tanti al Melograno, dove so che tornerò ancora per altri momenti di condivisione.
Non tutti i luoghi sono uguali per ognuno, spesso gli attribuiamo un significato rispetto al nostro vissuto, o rispetto al momento che stiamo vivendo, possiamo sentirli “amici o nemici” rispetto all’accoglienza, rispetto al nostro desiderio di viverli o fuggirli. In generale io amo la scoperta di cose nuove e la partecipazione agli eventi più diversi come potete leggere da queste pagine.
E voi come avete vissuto il vostro tempo migliore questa settimana? Quali eventi e luoghi avete voglia di suggerire?
Vi aspetto nei commenti!
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