Viaggio in Sicilia, prima tappa Palermo
Per le vacanze estive, io e Fabio scegliamo sempre viaggi che concilino città d’arte e mare, per questo la Sicilia era perfetta. Palermo è stata la nostra prima tappa, sceglierle non è stato facile perché la bellezza dei luoghi di quest’isola è ovunque e merita tempo. Come prima volta (perché io ci voglio assolutamente tornare) abbiamo deciso di fare soste brevi, come se fosse una lettura d’ assaggio da approfondire successivamente.
Partiamo dunque in auto per avere la massima autonomia, imbarcandoci da Napoli di sera con la nave della Tirrenia. Optare per questa modalità ci ha risparmiato il lungo tragitto per attraversare mezzo stivale in pieno agosto, lasciandoci la libertà negli spostamenti una volta sull’isola. La vista di Napoli mentre la nave lascia il porto al tramonto è spettacolare. Se avete spirito di adattamento potete prendere solo il passaggio ponte e dormire in sacco a pelo.
Palermo in due giorni
Siamo sbarcati abbastanza presto e prima di raggiungere l’albergo facciamo la nostra prima colazione palermitana in pasticceria… Impossibile raccontarvi questo viaggio senza parlarvi delle prelibatezze gastronomiche siciliane. Infatti vi indicherò dei posti secondo me imperdibili.
Soggiorniamo all’Athenaeum hotel, un buon tre stelle non molto lontano dal centro, comodo e confortevole.
Teatro Politeama e Teatro Massimo
Iniziamo la visita della città dalla grande Piazza Ruggiero Settimo dove si trova il Teatro Politeama Garibaldi, maestoso nella sua forma ellittica, opera della seconda metà dell’Ottocento dell’architetto Giuseppe Damiani Almejda. È uno dei teatri più importanti della città, destinato a varie tipologie di spettacolo, con decorazioni pittoriche in stile pompeiano, con doppio portico con colonne. L’ingresso somiglia ad un Arco Trionfale ed è sormontato da una quadriga bronzea, chiamata il “Trionfo di Apollo e Euterpe” con ai lati cavalli impennati. Fu dedicato a Garibaldi l’anno della sua morte, oggi è sede della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana “una prestigiosa istituzione culturale musicale nata nel 1951 che è anche una delle maggiori orchestre sinfoniche nazionali”. Trovate tutte le informazioni su come e quando visitarlo sul sito.
Proseguiamo per via Ruggiero Settimo fino a Piazza Verdi dove possiamo ammirare il Teatro Massimo: il suo aspetto richiama quella di un tempio greco romano, l’ingresso ha una grande scala che conduce ad un pronao a sei colonne corinzie e sopra il frontone, fa pensare ad un vero e proprio tempio della musica. La nostra vista prosegue sul resto dell’edificio in stile neoclassico, e fin dall’esterno possiamo capire che, oltre al teatro, coperto da un’ampia cupola, all’interno si sviluppano diversi spazi e sale. Costruito su progetto dell’architetto Giovan Battista Basile, per soddisfare l’esigenza di avere un teatro d’opera a misura della città, fu intitolato a Vittorio Emanuele. Oggi è uno dei monumenti più visitati della città. È possibile fare visite guidate, ma in questo periodo di emergenza sono sospese, intanto sul sito è stata messa a disposizione una programmazione no stop di opere, concerti e spettacoli sulla loro web tv.
Piazza Quattro canti
Proseguiamo per via Maqueda fino a Piazza Villena, meglio conosciuta come i quattro Canti. Qui si incrociano le due principali strade di Palermo: Via Maqueda e Via Vittorio Emanuele. La piazza è anche detta l’Ottangolo per la sua forma ottagonale, oppure Teatro del Sole, poiché durante il giorno la luce del sole illumina sempre almeno uno dei cantoni. Fu costruita ad inizio Seicento per volere del Vicerè di Villena. Le facciate che compongono la piazza sono divise in tre livelli dove sono disposte statue e simboli della città: partendo dal basso troviamo le fontane che rappresentano i quattro fiumi di Palermo con allegorie che raffigurano le quattro stagioni, al secondo si trovano le statue dei sovrani spagnoli e al terzo le Sante protettrici della città. Sono sormontate da stemmi reali in marmo bianco.
Nella piazza sostavano le tipiche carrozzelle trainate da cavalli per chi volesse fare un giro turistico della città. Una delle facciate della piazza è parte esterna della Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini.
Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini
La chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini, dalle grandi dimensioni, è di inizio Seicento, costruita su progetto dell’architetto teatino Pietro Caracciolo in stile Barocco. L’ingresso ha impronta neoclassica con colonne e timpano, contiene in una nicchia la Statua di San Giuseppe. Il suo interno, invece, vi stupirà per la ricchezza decorativa di affreschi, stucchi e marmi. Ha tre navate divise da colonne corinzie, custodisce numerose e preziose opere d’arte, gli affreschi della volta e della cupola sono stupendi e vi terranno per un po’ col naso all’insù. Lungo le navate laterali sono disposte cappelle anch’esse riccamente decorate di statue, marmi e dipinti. Particolarità di questa chiesa è la presenza di una sorgente che emerge nella cripta, secondo la tradizione miracolosa, oggi portata in un cortile attiguo. Dalla visuale esterna laterale notevoli sono la cupola maiolicata e il campanile con colonne tortili. La bellezza e la storia di questa chiesa, così come quella del Duomo e di molte altre opere palermitane, meriterebbe un intero e lungo articolo, ho cercato perciò di darvi qualche informazione per incuriosirvi. Facendo un po’ di ricerche ho scoperto che esiste una curata pagina Facebook, se siete curiosi, ecco il link.
Piazza e Fontana Pretoria
Con pochi passi ci spostiamo a Piazza Pretoria dominata dall’omonima Fontana, una delle più belle d’Italia. Sulla piazza si affacciano il Palazzo Pretorio, la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e due palazzi baronali che circondano la fontana anche detta “della vergogna” per le nudità delle statue. Questa fontana, in marmo bianco di Carrara, è composta da due anelli concentrici lungo i quali sono disposte le sculture, è opera cinquecentesca dell’artista Francesco Camilliani, realizzata a Firenze, fu poi acquistata dalla città di Palermo. Diversi sono gli aneddoti che ruotano intorno alle belle statue.
Proseguiamo verso la vicina Piazza Bellini dove si ergono la Chiesa Santa Maria Ammiraglia con il suo alto campanile e la Chiesa di San Cataldo, seppur diverse tra loro conferiscono alla piazza un aspetto armonico.
Chiesa Santa Maria Ammiraglia – la Martorana
La Chiesa di Santa Maria Ammiraglia, anche detta la Martorana, fu edificata nel 1143 da Giorgio d’Antiochia, Ammiraglio del Regno di Sicilia, come ringraziamento alla Vergine, accanto al monastero benedettino, fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana, ed ecco spiegata l’origine del suo nome. Rientra tra le chiese legate al periodo arabo normanno dell’arte siciliana. Il suo aspetto attuale è il risultato di diverse aggiunte artistiche nel corso dei secoli. Sulla facciata troviamo infatti elementi del barocco, mentre il suo interno è di chiaro stile bizantino con i suoi grandiosi mosaici dove prevale il colore dell’oro.
Chiesa di San Cataldo
Anche la Chiesa di San Cataldo fu fatta costruire da un Ammiraglio, Majone di Bari, nella seconda metà del XII secolo come parte del suo palazzo oggi scomparso. L’esterno semplice e severo si presenta come un parallelepipedo ornato da arcate cieche e un’ elegante merlatura in cima dove si innalzano tre cupolette rosse che le danno un fascino particolare. Nella sua semplicità è una delle chiese che mi è piaciuta di più per la calda luce che entra dalle piccole finestre e che corre lungo la pietra nuda scoprendone la struttura. Il pavimento musivo ha giochi geometrici. L’ingresso è a pagamento, ma una cifra bassissima.
A questo punto, stanchi un po’ del viaggio e con un certo appetito, decidiamo di tornare sui nostri passi e riprendere la nostra visita nel pomeriggio. Ma prima ci fermiamo per il pranzo da Antico caffè Spinnato in piazza Castello per gustare le famose arancine, ne prendiamo di tutti i gusti. Da Spinnato potrete trovare di tutto e non avrete che l’imbarazzo della scelta, dal primo piatto ai dolci.
Riprendiamo la nostra visita dalla Cattedrale, la raggiungiamo dall’inizio di Via Vittorio Emanuele anche nota come Cessaro, attraversando Porta Nuova.
Porta Nuova
Porta Nuova era una delle porte di ingresso alla città, è adiacente al palazzo dei Normanni, fu voluta dal viceré Marcantonio Colonna in onore della vittoria di Carlo V nella battaglia di Tunisi infatti i quatto personaggi raffigurati ai lati della volta rappresentano proprio i mori sconfitti. Somiglia ad un arco trionfale e la parte inferiore è riccamente decorata di festoni, fregi, mascheroni, mentre il loggiato è stato aggiunto in seguito così come la copertura a piramide maiolicata.
La Cattedrale di Palermo
La zone è pedonale e la camminata per arrivare fino alla Cattedrale è piacevole. Arrivati al suo cospetto rimarrete stupiti, le sue dimensioni sono grandiose e a me è sembrato quasi un castello per la sua forma e le alte torri campanarie. Lo sguardo corre briosamente su tutti i particolari che compongono la facciata godendo di tanta bellezza.
La sua costruzione iniziò nel 1184 per volontà dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio, in onore della Vergine Assunta in cielo, su precedenti edifici. La Cattedrale di Palermo è uno dei capolavori più rappresentativi del periodo arabo normanno, anche se nel corso dei secoli ha subito svariate aggiunte, rifacimenti e ampliamenti in stili diversi. Le decorazioni a tarsie laviche che ricoprono i muri esterni e le absidi è in buona parte quello originale del XII secolo, mentre il bel portico in stile gotico-catalano è stato aggiunto intorno al 1465. L’interno ha uno stile molto più semplice frutto di un rifacimento in stile neoclassico. Una zona della chiesa è dedicata ad ospitare i sarcofagi reali, custodisce inoltre tantissime opere d’arte di pregevole importanza. Purtroppo solo dopo la nostra partenza ho scoperto che si poteva fare una visita sui tetti della cattedrale, sarà di certo fra le cose da fare quando tornerò
Era il 14 agosto e, dopo aver visto tutte queste meraviglie d’arte e di storia, abbiamo avuto voglia di un po’ di leggerezza di una tipica serata estiva accanto al mare. Ci spostiamo perciò a Mondello, zona balneare a pochi chilometri dal centro, ovviamente facciamo un po’ di giri per trovare parcheggio, ma ci riusciamo. La spiaggia di Mondello è molto ampia e lunga, occupata da diversi stabilimenti balneari fra cui spicca l’elegante edificio dove ha sede il circolo nautico. Sul posto abbiamo scoperto che è tradizione passare la serata e la notte della vigilia di Ferragosto in spiaggia, ci sono tavoli addobbati e con ogni prelibatezza e poi ci sarà il classico bagno di mezzanotte.
Noi intanto ci spostiamo verso la piazza per cenare e siamo subito attirati da una tradizionale trattoria di pesce “da Piero” poiché all’esterno c’era una piccola cucina a vista dove al momento venivano cucinati polpo e frutti di mare con tanta maestria da far venire l’acquolina in bocca. Purtroppo quella sera era pieno, decidiamo perciò di prenotare per il giorno dopo e vi assicuro è stata un’ottima scelta. Il sauté di frutti di mare preparato in piccole padelle da Piero è eccezionale, altrettanto l’insalata di polpo e i primi che abbiamo ordinato.
Il Duomo di Monreale
La mattina seguente ci rechiamo nella vicina Monreale per visitare il famoso Duomo di questo borgo. Situato in un’ampia piazza con giardinetti e una bella fontana centrale, è una delle meraviglie di arte arabo normanna, i suoi mosaici bizantini sono uno dei più grandi e importanti capolavori di questo stile al mondo. Dedicato a Santa Maria la Nova, fu fatto erigere da re Guglielmo II d’Altavilla.
La facciata con portico settecentesco è contenuta in due torri normanne, una delle quali è stata trasformata in campanile. La chiesa è a tre navate divise da colonne, non appena sarete al centro vi sentirete avvolti dalla preziosità dei suoi cicli musivi in tessere policrome e oro nella quale sono rappresentate scene bibliche, la creazione, i profeti. Percorrono tutta la chiesa per poi culminare nella grande rappresentazione del Cristo Pantocratore sopra l’altare. Durante le celebrazioni, non sono consentite visite e foto. Prima di andare via non dimenticate di vedere il chiostro con le sue eleganti colonnine binate.
Finita la visita vi consiglio una sosta per rinfrescarvi in uno dei bar della piazza, io ho assaggiato un’ottima granita alla mandorla.
Santuario di Santa Rosalia
Tornati a Palermo, nel pomeriggio siamo andati a visitare il Santuario di Santa Rosalia, posto sulla sommità del Monte Pellegrino. Su questo monte, all’interno di una grotta, furono ritrovate le ossa della Santa che trascorse gli ultimi anni della sua vita da eremita. Il ritrovamento avvenne nel 1624 e le sue spoglie furono portate in processione a Palermo per sconfiggere la peste che imperversava in città. Fu poi costruito il Santuario intorno alla grotta.
Si giunge all’ edificio sacro salendo una lunga scalinata, superata la facciata, ci si ritrova in un vestibolo a cielo aperto che precede la grotta. Qui in fondo è posta una statua della Vergine, mentre a lato c’è una teca di vetro e marmo dove giace una bella statua della Santa. L’atmosfera della grotta è molto suggestiva e raccolta, sotto il soffitto un sistema di piccole grondaie e canaline raccoglie l’acqua che sgorga dalla roccia.
Trascorriamo anche la seconda serata a Mondello, dove ci aspetta il nostro tavolo “da Piero”.
Il mio primo impatto con questa isola è stato molto positivo, ci sono altre cose ancora da vedere a Palermo come il Palazzo dei Normanni con la cappella palatina, o le catacombe dei cappuccini, le riservo per il nostro prossimo viaggio. Intanto vi aspetto per la successiva tappa del mio tour siciliano nel prossimo articolo, se siete curiosi di sapere in anticipo qual è, seguitemi sulla mia pagina Facebook, vi svelerò alcuni indizi.