Il mio tempo migliore a 4500 metri
di Natascia Graham
Sì, il mio tempo migliore si trova in quello spazio di sessanta secondi, in cui stacco i piedi dal predellino dell’aereo e mi appoggio al flusso dell’aria, librandomi nel cielo come la più leggera delle rondini.
Sono paracadutista e da quando dieci anni fa incontrai questo sport, il mio tempo migliore è quando salto. Un tempo tutto per me e di nessun altro, carico di emozioni e di leggerezza.
Molto spesso si sente parlare di “Qui ed Ora”, ormai un modo di dire inflazionato, che io riesco a vivere appieno quando sto volando. Il mio corpo e la mia mente sono esattamente in quel momento, non sono in nessun altro posto. In volo non c’è passato e non c’è futuro. C’è solo il momento presente.
I giorni trascorsi in aeroporto sono il mio tempo migliore, anzi sono proprio senza tempo. Spesso ci si dimentica di mangiare, tanta è la totale immersione in questo sport.
La giornata è composta da attimi in cui serve un’assoluta concentrazione, come quando si ripiega meticolosamente il paracadute o in fase di atterraggio, ma è anche fatta di spensieratezza, come quando si scherza con i compagni di salti e si rivedono i video dei salti eseguiti.
Volare è un insieme di emozioni uniche. Ogni pensiero, ogni peso della vita o stress di qualsiasi tipo resta a terra. L’aereo decolla, mentre tutto ciò che è pesante, tutto ciò che è stressante rimane sulla pista dell’aeroporto. L’aeroplano si alza in cielo, i miei occhi si chiudono e la mente si stacca, assaporando quel formicolio nello stomaco tipico dell’emozione che precede qualcosa di straordinario. I compagni scherzano tra loro, l’allievo al primo salto è agitato e io guardo fuori: l’aereo buca le nuvole e la luce del sole si espande su un tappeto di nuvole che donano un che di magico al classico detto “sopra le nuvole c’è sempre il sole”.
Il portellone si apre. L’aria invade l’abitacolo ed ecco che arriva il mio qui ed ora. I piedi sul predellino:
“Fuori, dentro, fuori!” e sono sopra il mondo.
Volo. Per alcuni sto precipitando a quasi 200km/h, ma per me è volare, sospesa sul mondo con la piena coscienza del mio corpo, di ogni singolo muscolo e della mia mente, tutto volto a quel singolo e unico momento presente. Raggiunta la quota di apertura, il paracadute frena il mio volo e iniziano le manovre di atterraggio.
Questo è il mio tempo migliore da trascorrere anche con il mio compagno, che condivide con me questa passione. Ci siamo conosciuti e innamorati volando assieme e ora anche nostra figlia ci segue giocando nel prato dell’aeroporto. In questo tempo c’è tutto: ci sono io, la mia passione, le persone che amo, il mio personale qui ed ora e anche la forza dei numeri caratteristici del mio tema numerologico, che non solo scandiscono il tempo e la quota, ma mi donano le capacità di poter abbracciare questo sport in questo modo.
Sono operatrice olistica e numerologa e forse anche per questo ho un approccio particolare al paracadutismo. Sicuramente i numeri che rappresentano il mio tema numerologico donano al mio essere la leggerezza. Spesso con i miei clienti uso la metafora del volo per spiegare vari aspetti della vita, per trasmettere il messaggio della leggerezza e della semplicità del momento presente. Tengo i clienti con i piedi per terra e poi grazie alla numerologia, li faccio volare attraverso gli aspetti dimenticati di loro stessi, tra i talenti inespressi e relegati in gabbie di credenze limitanti. Grazie alla Numerologia apro le gabbie dove sono rinchiuse le loro potenzialità, per aiutarli a volare nella consapevolezza di una vita che è tornata a essere quel che semplicemente voleva essere.
Usciamo dall’aereo delle nostre credenze che ci frenano e voliamo nel cielo dei talenti.