Un luogo da favola: la reggia di Caserta
La reggia di Caserta, con il suo eccezionale parco, è uno di quei luoghi che conservavo nei ricordi da ragazzina, allora mi era sembrata straordinaria per la sua bellezza ed ero certa di voler tornare per rivivere quel ricordo e scoprire se avessi provato le stesse sensazioni. Ecco, posso confermare che il senso di magnificenza, la meraviglia di trovarsi di fronte ad un’opera che fonde perfettamente lavoro dell’uomo e natura, l’incanto di quelle sale che profumano di storia, l’allegria delle fontane e del rumore dell’acqua sono assicurate a tutte le età.
Ho approfittato di una delle domeniche gratuite al museo, che considero un’occasione che ci ricorda che abbiamo tanta bellezza a portata di mano, che spesso nella nostra frenetica vita dimentichiamo di cogliere.
Cosa trovi nell’articolo:
La reggia di Caserta fu voluta da Re Carlo di Borbone che voleva farne il centro ideale del Regno di Napoli. I lavori furono affidati all’architetto Luigi Vanvitelli che si sarebbe occupato anche della realizzazione del parco e della sistemazione delle aree urbane esterne. I lavori iniziarono nel 1752 ma l’opera fu completata solo nel secolo successivo.
Giunti davanti al grande palazzo, si scorge dal fin dal portone la cascata culmine del grandissimo parco. In una bella giornata di sole, vi consiglio di visitare prima gli appartamenti reali e poi il parco dove potrete passeggiare e sostare per tutto il tempo che vorrete. Ovviamente quando programmerete la vostra visita date sempre un’occhiata agli orari e alle tariffe sul sito ufficiale.
Il Palazzo e gli appartamenti reali
Un ampio scalone scenografico settecentesco vi condurrà al vestibolo superiore, dove si trova la cappella palatina e gli appartamenti reali che si dividono in sale del Settecento e dell’Ottocento. La ricchezza degli affreschi, la preziosità degli arredi e dell’oggettistica, l’ampio respiro delle sale, stucchi, sculture, lampadari di vetro e oro vi lasceranno letteralmente a bocca aperta, un trionfo di barocco italiano. Il percorso di visita è accompagnato da cartellonistica e sono disponibili anche le audioguide.
Alcune cose che mi hanno colpito per la loro particolarità durante il mio giro sono state:
- La biblioteca palatina, voluta dalla regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV di Borbone, composta da affascinanti ambienti circondati da bacheche con volumi antichissimi di cui potrete leggere titoli e autori e due sale di lettura.
- L’ascensore, allora chiamata sedia volante, è una delle più antiche, voluta da Ferdinando II di Borbone, realizzata interamente in legno su disegno dell’architetto Gaetano genovesi nel 1845.
- La sala del presepe. Premettendo che io amo particolarmente il presepe napoletano, ho trovato quello esposto nella sala ellittica della Reggia di Caserta maestoso. La tradizione del presepe era particolarmente amata dai sovrani borbonici, quello che possiamo osservare oggi è un riallestimento degli anni Ottanta, inspirato ad uno dell’Ottocento: un brulicare di personaggi in terracotta riccamente vestiti e di scene di vita della Napoli settecentesca.
Il Parco della reggia di Caserta
Ed ora passiamo all’esterno, all’immenso parco. Se amate camminare, raggiungere la vetta sarà piacevole e vi darà modo di osservare via via le diverse prospettive dei giochi d’acqua e del palazzo che si allontana, nonché i diversi gruppi statuari disposti fra le fontane. Altrimenti nel parco sono disponibili un servizio bus, noleggio bici o carrozzella con cavalli (servizi a pagamento fuori dal biglietto).
Io ho scelto la passeggiata, durante il quale ho fatto tantissime foto: le fontane centrali, che attraversano il grande vialone culminano nella Grande Cascata, e le statue offrono infatti scenari e giochi di luce stupendi per chi ama la fotografia.
Si può proseguire la visita ai Giardini Inglesi, io purtroppo quel giorno non sono riuscita a vederli poiché i posti per la visita guidata erano terminati, ma ne ho un bellissimo ricordo. Furono voluti da Maria Carolina d’Austria, hanno all’interno molte piante esotiche, laghetti e corsi d’acqua e rovine derivanti dagli scavi di Pompei. Ad alimentare d’acqua il grande Parco reale e i giardini è l’acquedotto Carolino, una delle più grandi opere volute dai Borbone, che avrebbe tratto le risorse idriche dalle fonti del vicino Monte Taburno.
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