La mia visita al Parco Archeologico di Cuma e i misteri della Sibilla
Durante il mio ultimo ritorno dalla mia famiglia a Portici, mi ero riproposta di visitare un po’ di tesori della mia Campania e fra questi ho scelto di vedere Cuma con il suo prezioso Parco Archeologico alla scoperta dei misteri della Sibilla cumana. Fra i ritrovamenti che custodisce questo parco infatti si trova il famoso Antro della Sibilla, un luogo ricco di fascino e mistero per la sua storia antichissima in cui si intrecciamo studi storici, credenze, mitologia e culto provenienti dall’antica Grecia. Per conoscere bene tutto questo ho scelto la visita guidata di Ludoviguida dal titolo “Antica Cuma, i misteri del Sole e della Luna”.
In molti non sanno o non ricordano che Cuma è stata la prima vera e propria colonia greca in Italia con una città organizzata, insieme a Ischia allora Pithecusa, primo avamposto greco in Italia. Entrambe avevano importanti porti, Cuma notevole per l’aspetto militare di dominio. I primi insediamenti risalgono intorno 735/730 a.C. circa. In tutta la zona fino a Pozzuoli e compresi i Campi Flegrei, sono numerosissimi i ritrovamenti di epoca greca, molti visibili e inglobati in città altri oggetto ancora di scavi.
Come arrivare al Parco archeologico di Cuma
Arrivare a Cuma è abbastanza semplice in auto, io ho preso la tangenziale di Napoli, uscita Cuma e seguito il navigatore che dà indicazioni molto chiare, arrivata nei pressi del parco c’è una stradina che precede l’ingresso dove è possibile parcheggiare tranquillamente. Durante il percorso, passerete sotto il monumentale Arco Felice costruito all’epoca dell’imperatore romano Domiziano. Aveva fra le sue funzioni quella di essere una maestosa porta della città, impossibile non farci caso ;).
Mi raccomando come sempre, scarpe comode, il percorso non è molto lungo ma ci sono tratti in salita e tratti fra i basoli irregolari della via Sacra.
Inizia la mia visita guidata
L’ingresso al parco archeologico di Cuma inizia con un vialetto costeggiato di vegetazione, si giunge poi ad un ampio slargo dove si trovano su un lato la Crypta Romana e dall’altro l’ingresso un po’ nascosto dell’Antro. Altri punti di interesse che troveremo lungo il percorso sono il Tempio di Giove e il Tempio di Apollo situati sull’Acropoli circondata da antiche mura di fortificazione.
Oggetto ancora di scavi è invece la parte della città bassa di Cuma, ben visibile dall’alto dell’Acropoli e dove sono riconoscibili il tempio, le terme e il foro.
La Crypta Romana e l’Antro della Sibilla
La nostra visita inizia con la sosta davanti agli scavi della Crypta Romana, da qui la nostra guida Ludovica Capano, inizia a farci un quadro storico di questo sito e descriverci quello che abbiamo intorno. La Crypta è una lunga galleria, che vediamo dall’alto, che serviva per collegare il Foro e la città bassa con il porto, fu voluta da Agrippa ed ebbe funzione militare difensiva, con il tempo divenne poi luogo di sepoltura.
Passiamo subito dopo al famoso Antro della Sibilla: una galleria di circa 130 metri con una forma molto particolare che culmina in un ambiente con sedile in pietra e volta a botte che doveva appunto essere il rifugio della Sibilla.
La grotta fu costruita molto probabilmente con funzione militare ed aveva forma trapezoidale, nel tempo soprattutto in epoca romana, ha subito rifacimenti fra cui l’abbassamento del piano di calpestio che ne ha modificato la forma e l’apertura di sei fenditure nel fianco verso il mare fonti di luce. Mentre camminiamo la guida ci mostra alcuni ambienti verso il lato interno che furono utilizzati come cisterne per l’acqua e ci mostra delle vere e proprie nicchie nelle pareti testimonianza che la grotta fu utilizzata anche come luogo di sepoltura in epoca paleocristiana. Alla fine della galleria una camera rettangolare con tre grandi nicchie identificata appunto come luogo degli oracoli.
Ma chi erano le Sibille e perché il percorso che ho scelto si chiama i Misteri del Sole e della Luna? Ecco che la nostra guida con sapiente dovizia di particolari, collegamenti storici e mitologici, ci coinvolge in un racconto affascinante e misterioso.
Le Sibille, secondo l’antichità greca, sono personaggi legati alla mitologia. Erano delle vergini ispirate dalle divinità greche, in particolare da Apollo, che avevano il potere di predire oracoli e vivevano in grotte e antri. In particolare la Sibilla Cumana, secondo una delle leggende (ne esistono infatti varie), interpretava il futuro leggendo foglie mosse dal vento. Di questa donna si innamorò il Dio Apollo, che in cambio del suo amore le avrebbe dato tutto ciò che chiedeva. La Sibilla allora raccolse un pugno di sabbia e chiese di vivere tanto a lungo quanto fossero il numero dei granelli di sabbia, ma dimenticò di chiedere con questo tempo anche l’eterna giovinezza, perciò invecchiò e si consumò e di lei restò solo la voce.
Questa grotta fu riconosciuta come antro della Sibilla dall’archeologo Maiuri che era alla ricerca dei luoghi descritti dall’Eneide di Virgilio.
Ecco spiegato il legame con il Sole, ovvero il Dio Apollo, ma nei pressi nell’antro ed in particolare in una delle fenditure laterali e sulla parete esterna lato mare Ludovica ci ha mostrato il ritrovamento di calendari lunari. Un’ occhio inesperto e forse distratto può darsi non avrebbe fatto caso in quanto si tratta di una serie di linee verticali (29?) che richiamano i cicli lunari, scoperta abbastanza recente che è ancora oggetto di studio in quel luogo.
L’Acropoli, la Via Sacra e i templi
Proseguiamo la nostra visita verso l’Acropoli salendo su uno scalone che fiancheggia il monte di Cuma, possiamo osservare la cosiddetta Torre Bizantina, ovvero ciò che resta di uno dei bastioni della porta dell’acropoli, troviamo poi anche grossi blocchi di tufo che facevano parte delle fortificazioni risalenti al VI sec. a.C., ci fermiamo quindi su una ampia terrazza belvedere. La vista qui è molto bella e rilassante, si estende lungo la costa flegrea fino alle Isole del Golfo.
Avanziamo quindi percorrendo la Via Sacra, la strada che portava agli edifici sacri, il sentiero conserva l’antico basolato e anche se in salita è una piacevole passeggiata circondata dal verde. Arriviamo in cima al Tempio di Giove. L’edificio originale risale al VI sec. a.C., subì poi una ristrutturazione in epoca Romana e poi fu trasformato tra V e VI secolo in basilica cristiana, ben conservato è infatti un fonte battesimale. Anche da qui la vista che arriva fino a Capo Miseno è spettacolare.
Scendendo dalla sommità dell’acropoli, sulla prima terrazza naturale troviamo il Tempio di Apollo, ma prima ci fermiamo con Ludovica ad osservare i resti dell’antica città dall’alto. Anche del Tempio di Apollo sono visibili pochi particolari fra cui il blocchi di fondazione di epoca greca, ha subito rifacimenti nei secoli successivi, restano visibili ruderi di colonne e del basamento, particolarità è che il fronte è rivolto ad est proprio in direzione della città bassa.
Sono molto soddisfatta di aver scelto di fare questa visita con Ludovica Capano, guida turistica abilitata e Archeologa, non solo preparatissima ma anche appassionata, i suoi racconti hanno tenuto viva l’attenzione del gruppo durante tutto il tempo e ci ha persino letto alcuni versi di Virgilio nei pressi di una lapide a lui dedicata.
La zona di Cuma e dei Campi Flegrei è ricchissima di storia e di bellezze naturali e al ritorno ho fatto anche una sosta nei pressi del lago Fusaro che si trova a poca distanza dal sito archeologico per fare un po’ di scatti, ci tornerò di sicuro perché qui ho trascorso una ricchissima mattinata del mio tempo migliore e ci sono ancora tanti luoghi da scoprire. Voi li conoscete? Avete suggerimenti per le prossime visite? Magari ci andiamo insieme!
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