Al
Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, in questi giorni, sono in corso tanti eventi per celebrare il
180° anniversario del primo tratto ferroviario d’Italia: la
Napoli-Portici. Era il 3 ottobre 1839 quando fu compiuto il primo viaggio lungo circa 7 km con la locomotiva Vesuvio progettata dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie. E proprio accanto a questo primo tratto, che corre lungo la costa, re Ferdinando II di Borbone volle dar vita, nell’allora Regno delle Due Sicilie, al primo nucleo industriale italiano: il
Reale Opificio di Pietrarsa, dove furono montate le prime locomotive italiane. Oggi diventato museo, conserva, oltre alla riproduzione del primo convoglio, una delle più importanti
collezioni europee di locomotive e carrozze.
Essendo Porticese mi sento particolarmente orgogliosa di questo luogo così significativo e mi ha anche emozionato vedere il
doodle di Google dare visibilità a tale anniversario.
La mia prima visita a Pietrarsa risale ai tempi delle scuole elementari, fu la mia prima gita scolastica, quando la meraviglia per la bellezza e il fascino del passato che prende forma come da una favola erano ancora autentici. Le carrozze del treno dei reali, quelle locomotive nere, enormi e potenti agli occhi di una bimba, i treni elettrici come quelli con cui si giocava, insomma il mio primo impatto con un museo fu un momento fantastico in un luogo dove c’erano cose che non si usavano più, ma che restavano preziose e importanti.
Sono tornata a visitare il museo dopo i restauri terminati nel 2017, memore del bel ricordo di bambina, ed è stato un piacere rivedere in primis lo straordinario luogo dove è ubicato: i padiglioni dell’antica fabbrica, custodi di locomotive e vagoni, sorgono accanto al mare e dall’ampissimo piazzale, con arena e giardino botanico, si può ammirare l’incantevole litorale fino a Napoli. Passando all’interno si può seguire parte della storia dello sviluppo industriale proprio attraverso l’esposizione dei convogli.
Il padiglione che preferisco è quello delle locomotive a vapore, le più antiche, ben conservate e luccicanti. Fra i reperti di maggior importanza la carrozza Salone del Treno Reale, commissionata alla Fiat per i viaggi della famiglia reale, consegnata nel 1929, alla fine della monarchia passò alla Presidenza della Repubblica, l’interno è molto fastoso, ha un soffitto decorato in oro e un tavolo per numerosi commensali. I visitatori possono guardare all’interno grazie ad una passerella sistemata all’altezza dei finestrini. Inoltre, si possono poi ammirare carrozze di epoche successive, quelle con le panchine di legno, e poi macchinari e strumentazioni e ancora plastici e riproduzioni in miniatura.