“Enjoy. L’arte incontra il divertimento”, l’arte moderna e Bellavista
La mia perplessità rispetto alle forme d’arte di questi due periodi, nasce dal fatto che non sempre riesco a comprenderne il significato, anche se mi piacerebbe conoscerlo. Per questo non posso non pensare alle riflessioni del Prof. Bellavista del film “Il mistero di Bellavista”. Il professore intento a spiegare ai sui amici, Salvatore e Saverio, il senso di quest’arte cita il filosofo Protagora di Abdera: “L’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono” ovvero, “se l’uomo Salvatore pensa che “Fontana” è solo uno che sfregia i quadri allora Fontana non è arte, se l’uomo Saverio invece quando vede i quadri di Fontana sente un emozione allora Fontana è arte”.
Decido allora di farmi guidare dalle spiegazioni del Prof. Bellavista e scoprire ciò che sentirò durante questa visita.
Ora, se vi descrivessi passo passo la mostra, vi toglierei tutto il gusto di andarla a vedere, anzi a viverla, mi piace però trasferirvi, come al solito, alcuni aspetti che mi hanno colpita.
In primis, la location. Il Chiostro, opera di architettura rinascimentale del Bramante, quadrato, con forme classiche, lineari, armoniche, con le lunette affrescate e a due piani, di cui quello superiore con un loggiato dove si affacciano il bookshop e la caffetteria.
Al piano inferiore troviamo subito la prima installazione, il pavimento di Lin, commissionata dal Chiostro proprio per questa mostra.
La mostra era accompagnata da audioguide di 4 tipologie che corrispondevano a 4 fasce d’età, si poteva scegliere quella preferita per essere guidati lungo il percorso. Io ho scelto l’età della disobbedienza perché volevo vivere questa esperienza senza il freno tirato, rischiando di perdermi il divertimento.
Inizio il percorso e inizio a sperimentare, guardare, giocare, fotografare e condividere sui social. Si, perché altro aspetto del tutto nuovo di questa mostra è proprio l’utilizzo dei social: la cartellonistica e la voce dell’audioguida invitavano infatti a fare foto e condividerle con l’hashtag #enjoychiostro. Le opere lungo il percorso sono varie e coinvolgono con naturalezza, le luci, i suoni, il tatto: sentirmi immersa nei palloncini, arrampicarmi sulla poltrona gigante, perdermi nel labirinto con gli specchi, sentirmi parte di una installazione… Sarà anche per questo che io mi sono divertita tanto e ho sicuramente vissuto un pezzo del mio tempo migliore: un pomeriggio e un luogo dove si sono uniti cultura, storia, arte, foto, social e il pensiero di scrivere questo articolo.
Cosa ne pensate secondo voi questa mostra per me è arte o non è arte? E per voi lo sarà? La mostra sarà aperta fino al 25 febbraio, non vi resta che sperimentare. 😉
*nostalgia e malinconia (ma a volte i termini dialettali rendono di più)
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