Il Cimitero Acattolico di Roma, passeggiata virtuale con l’Associazione culturale Calipso
“Il Cimitero Acattolico di Roma, passeggiata virtuale con l’Associazione culturale Calipso” è la mia ultima esperienza di visita online, vissuta la scorsa domenica. Durante l’ultimo periodo di zona rossa ho deciso infatti di dedicarmi alle proposte della rete per visitare da casa i luoghi che ho intenzione di andare e vedere non appena si potrà. In questo modo raccolgo informazioni, mi nutro di bellezza e alimento la mia curiosità per il luogo scelto.
Il Cimitero Acattolico di Roma è uno dei posti più particolari di Roma che mi ero riproposta di vedere e quindi ho colto al volo la proposta dell’Associazione culturale Calipso. Con le sue passeggiate virtuali, l’associazione propone degli incontri culturali, delle visite che si possono fare dalle nostre poltrone in cui ci raccontano di arte e bellezza creando anche momenti di aggregazione. Questo è un aspetto che io considero un plus nelle esperienze culturali: il potersi confrontare e conoscere nuove persone. Domenica così ho conosciuto persone con cui “Incontrarsi e rincontrarsi” come la stessa associazione pone fra i suoi intenti.
La passeggiata virtuale “Amore e morte al cimitero Acattolico di Roma”, che viene normalmente fatta anche dal vivo, si è svolta attraverso la piattaforma zoom. Una preparatissima guida ci ha spiegato che rispetto alla visita sul posto ha cercato per noi nuove storie e personaggi di cui raccontarci, oltre a quelli più noti. Proprio di storia e racconti di vita e morte di artisti e persone illustri è fatta la nostra visita in questo luogo definito “il cimitero più bello e meno triste del mondo”.
I racconti della nostra guida sono stati ricchi di particolari storici, aneddoti personali dei personaggi, sulle sculture e le lapidi, citazioni e letture di documenti originali e sarebbe impossibile riportarveli tutti qui, ma come sempre vi lascio un po’ di notizie su quello che ho appreso per accendere la vostra curiosità.
Come mai a Roma esiste un cimitero acattolico? Era fra le domande che mi ponevo prima del tour. Ho scoperto così che fra fine Settecento e inizio Ottocento in Italia c’erano molti viaggiatori, molti arrivavano in occasione del Grand Tour, ma purtroppo alcuni concludevano qui la loro vita e ci fu quindi l’esigenza di trovare a Roma un luogo di sepoltura. Secondo le regole della Chiesa però nessuna persona non cattolica poteva essere sepolta in luoghi consacrati, perciò si scelse un luogo fuori le mura detto “I prati del popolo romano”. La parte più antica è quella con le tombe e lapidi più semplici proprio per la rigidità delle regole, mentre poi nel tempo si aggiunsero statue e sepolture più elaborate.
Fra le storie più belle che ci ha raccontato la guida c’è quella del poeta romantico inglese John Keats, sulla cui lapide si legge “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto sull’acqua”, e della storia della sua amicizia con il pittore Joseph Severn sepolto accanto a lui. E poi le vicende di Percy Bysshe Shelley e della sua storia d’amore con Mary Shelley autrice di “Frankenstein”.
Fra le sculture più belle che si incontrano qui il noto “Angelo del dolore” che lo scultore statunitense William Wetmore Story realizzò per la tomba della moglie Emily, in cui si legge chiaramente tutto il dolore che schiaccia l’angelo sotto un peso insopportabile. Fra le altre figure alate notevoli la Psiche che si spoglia della sua mortalità e l’Angelo della Resurrezione.
Altro monumento funebre notevole è quello di Elsbeth Wegener Passarge, una giovane donna tedesca di cui si conosce poco, la sua tomba sormontata dalla sua statua è posta in una nicchia scavata nelle mura aureliane, detta anche la sposa, spesso fra le sue mani vengono posti dei fiori.
Fra i personaggi più noti che riposano eternamente qui, troviamo ancora Antonio Gramsci, di cui la guida ci ha letto una commovente lettera che il politico scrisse alla madre prima della sua condanna al carcere. Fra le sepolture più recenti quella dello scrittore Andrea Camilleri e ultima quella del grande attore Gigi Proietti.
Fra le peculiarità di questo cimitero troviamo tombe appartenenti a tante e meno conosciute religioni fra cui quella zorostriana basata sugli insegnamenti del profeta Zarathustra e persino una tomba dedicata ad un gatto, Romeo, c’è infatti qui una colonia felina e spesso si possono vedere gatti che si aggirano fra le tombe o che riposano tranquillamente sui prati.
Anche se essere all’aperto, passeggiando nella tranquillità del luogo sarebbe stato più suggestivo, questo pomeriggio in compagnia dell’Associazione culturale Calipso mi ha regalato un momento del Mio Tempo Migliore, mi ha fatto conoscere storie, mi ha regalato racconti anche toccanti, ha arricchito il mio bagaglio culturale, seguirà quindi la mia visita dal vivo.
Conoscevate già il cimitero acattolico di Roma? avete mai fatto una passeggiata virtuale? Raccontatemi la vostra esperienza.
L’utilizzo delle foto mi è stato gentilmente concesso dall’associazione culturale Calipso, gli scatti sono dei soci Simone Scimia e Natalia D’Arcangeli
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