Il mio tempo migliore è quello della rinascita
di Francesca Fiorentino
Questa piccola riflessione non può che partire con un grazie rivolto alla persona che mi ha permesso di poter condividere un pezzo della mia vita. Non è una cosa scontata trovare esseri umani che siano in grado di ascoltarti e valorizzarti, ma nel momento in cui la magia si realizza il mio cuore esulta, perché mi rendo conto di quanto tutti siamo intimamente uniti dagli stessi interessi. E dalla stessa voglia di vivere.
Foto credit Silvia Gerbino
Quando mi è stato chiesto di raccontare il mio tempo migliore ero alle prese con l’ennesimo cambiamento professionale della carriera. Un’avventura lavorativa importante si era chiusa da poco, lasciandomi un pizzico di sana tristezza, ma anche la consapevolezza di avere una possibilità di ripartire, magari andando in un’altra direzione. Tutti, almeno una volta, siamo stati costretti a rivedere i nostri piani, ad assestarci dopo un brutto colpo. A parer mio è la capacità più bella di un essere umano, quella di trasformarsi. Pensate alle parole meravigliose di Italo Calvino: «Fu una bastonata dura per me. Ma poi, che farci? Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch’io trasformandomi».
Pensate alle vostre bastonate, più o meno importanti, alle volte in cui qualcosa di improvviso ha scompigliato le pagine del libro della vostra esistenza. Anche la pandemia è stata una bastonata. Ma abbiamo continuato la nostra strada.
Con la quarantena abbiamo sentito molto forte l’esigenza di concentrarci sulle cose che davvero contano. Come se fossimo stati costretti a guardarci nello specchio per vederci in tutta la nostra bellissima fragilità. Molti di noi si sono resi conto di avere dei conti in sospeso da chiudere, altri hanno percepito una forza straordinaria che li ha portati a resistere, ogni giorno.
Quanta bellezza ho visto durante i giorni pesanti del lockdown. Quante distanze da colmare e quante distanze anche da prendere. Da chi, ad esempio, non è mai stato in grado di comprenderci. Non è stato forse anche questo un tempo migliore? Sicuramente meglio speso, meglio vissuto.
Il mio, del nostro, tempo migliore allora è tutto qui: conoscere intimamente il segreto della trasformazione umana. Prendere il tempo e farlo nostro amico, cambiando con esso. Per una giornalista come me il tempo è un’entità reale, un fattore che definisce in maniera incontrovertibile un fatto. Ieri è successo. Oggi succede. Domani succederà. Non si scampa da questa linearità. Eppure, quando si parla di tempo interno, che è quello dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, la retta si infrange e nel cuore inizia una danza che ci porta avanti e indietro, ci fa roteare e sorridere.
E quando ritorniamo coi piedi per terra, a combattere con le bollette da pagare, con le cose da fare, sentiamo un’energia diversa. Il mio tempo migliore, allora, è quello della trasformazione, della possibilità di scrivere tutti i giorni o quasi sul mio blogzine Smack!. Di liberare la mia voce per farle raccontare storie di donne bellissime e piene di vitalità. Le potete ascoltare tutte nel mio podcast su Spreaker, Dueminutiescendo .
Adesso che ci penso, perfino nel titolo del programma parlo di tempo. Stavolta con un pizzico di ironia. Lo sappiamo tutti che non ci mettiamo mai solo due minuti a scendere. Ecco, ho immaginato che in quei due minuti potessero succedere cose meravigliose. Ed è sempre così.